Tutti noi quando abbiamo approcciato lo studio lo abbiamo fatto con l’aiuto d’insegnanti, genitori o fratelli maggiori che ci hanno sostenuto nello studiare via via sempre meglio e sempre di più in autonomia. L’autonomia nei compiti per i ragazzi è fondamentale affinché si possano percepire “capaci di fare” e per essere autonomi nello studio devono sperimentare strategie cognitive, efficaci e funzionali, che possano ridurre i tempi di studio, concentrando le proprie energie in periodi di tempo definiti.
La possibilità dei ragazzi di utilizzare strategie di apprendimento adeguate e autoregolarsi nel loro utilizzo, permette di saper padroneggiare con atteggiamenti positivi gli strumenti a disposizione per raggiungere i propri obbiettivi di studio, per auto motivarsi e dunque aumentare la sensazione di essere in grado di farcela, come suggerito da Carr, Bellinger e Pressley (1990).
Ma come favorire l’autonomia e dunque anche la motivazione? Per fare questo è essenziale permettere ai ragazzi di equipaggiarsi di adeguati strumenti, principe tra i quali la mappa. Sorge allora un ulteriore domanda: come possono realmente aiutare il processo di apprendimento e studio le mappe? Per rispondere a questo quesito è necessario comprendere cosa siano le mappe, in particolare quelle concettuali e mentali.
La mappa concettuale è uno strumento ideato e sviluppato da Novak al fine di documentare le conoscenze prima e dopo l’apprendimento e prevede rigorose regole di composizione. Per dare vita ad una mappa concettuale è necessario avere una domanda esplicita a cui rispondere, che definisce lo scopo e i confini della stessa e costituisce il concetto di partenza che viene collocato in alto e al centro della mappa. Lo sviluppo grafico successivo avverrà dall’alto al basso, dai concetti più generali a quelli più specifici, con un’organizzazione gerarchica. I concetti sono legati da una rete logica determinata e resa esplicita attraverso le parole-legame, che vengono poste su delle frecce orientate. I concetti vengono rappresentati attraverso forme geometriche contenenti parole-chiave e riferimenti visivi quali immagini, foto e colori. È molto importante che i tipi di figure geometriche, la loro grandezza e la dimensione dei caratteri delle parole chiave resti sempre lo stesso in quanto queste caratteristiche servono a rafforzare l’identità logica dei concetti (Fogarolo e Guastavigna, 2013). Le mappe concettuali sono d’aiuto allo studente nell’apprendimento, gli permettono di cimentarsi nell’organizzare la conoscenza in concetti e relazioni e consentono allo studente di collegare nuove conoscenze a quelle già in suo possesso, apprendendo in modo significativo (Novak, 2012).
Le mappe concettuali sono utili per gli studenti anche nella preparazione alla verifica perché facilitano la comprensione, supportano la memorizzazione e il recupero delle informazioni organizzandole in un discorso e aiutano lo studente a ritrovare i collegamenti e le risposte a eventuali domande al momento della verifica.
La mappa mentale, teorizzata dal cognitivista inglese Tony Buzan è completamente differente da quella concettuale sia in termini di rappresentazione grafica che per gli scopi per cui viene utilizzata. Questo tipo di mappa può essere vista come una mappa che rappresenta il pensiero. Quando si crea una mappa mentale le informazioni e le idee vengono rappresentate da delle diramazioni che partono dal centro e si sviluppano verso l’esterno, incoraggiando chi crea la mappa a sviluppare altre idee, dando vita ad altri rami di pensiero e dunque della mappa. Questo tipo di rappresentazione permette alla mente di lavorare attraverso associazioni e immaginazione. Utilizzando questa struttura a raggiera il pensiero trova una rappresentazione visiva concreta ma anche spontanea e stimolante (Fogarolo e Guastavigna, 2013). Come la mappa concettuale anche quella mentale ha precise regole di rappresentazione grafica: al centro della mappa si colloca l’argomento centrale, da questo si realizzano diverse ramificazioni di primo livello, direttamente legate alla parola centrale o di secondo livello legate a quelle di primo livello. Ovviamente anche nella mappa mentale sarà importante utilizzare immagini oltre che parole cosi come colori o simboli, fondamentale è che non portino a un sovraccarico cognitivo nel processo di lettura della mappa. Le mappe mentali sono molto utili per attivare la memoria e possono essere utilizzate per diverse attività scolastiche come la scrittura di un tema oppure per rispondere alle domande durante un esame o ancora per memorizzare un testo di studio o prendere appunti.
Da quanto appena letto si comprende quanto le mappe possano essere uno strumento utile quanto complesso, infatti costruire una mappa richiede adeguate competenze linguistiche e una buona conoscenza dell’argomento di cui trattano, vanno perciò costruite durante lo studio e questo può costituire una fatica aggiuntiva, specialmente per ragazzi con disturbi specifici dell’apprendimento o altre difficoltà di apprendimento. Erroneamente si pensa che fornire agli studenti delle mappe già costruite, da cui poter apprendere, possa costituire una facilitazione, poiché riducono la quantità di parole da leggere, ma, in realtà, leggere una mappa concettuale è molto più difficile, per le sue caratteristiche di composizione, rispetto al testo; soprattutto una mappa concettuale deve essere costruita dallo studente stesso per poter acquisire la fondamentale funzione di facilitazione. Utilizzare mappe costruite da altri spesso limita la reale conoscenza dei concetti.
È opportuno, infine, astenersi dal fornire allo studente mappe già pronte per evitare che diventino strumenti dispensativi (ovvero che esonerano lo studente da compiti che causano insuccesso scolastico) che propongono l’argomento di studio in maniera molto sintetica con il rischio che i ragazzi apprendano in maniera meccanica gli argomenti senza una reale consapevolezza del proprio studio. Può essere utile, invece, fornire allo studente delle mappe da completare che lo aiutino a selezionare i concetti e le informazioni da inserire nella mappa (Fogarolo e Guastavigna, 2013). Le mappe sono strumenti complessi che possono realmente dare un contributo all’autonomia degli studenti, specialmente quando ci sono delle difficoltà, è importante però usarle con cura e cautela, perché diventino uno strumento di aiuto e mai un ostacolo nelle sfide di apprendimento che tutti i giorni ogni studente incontra.