L’attenzione è una funzione cognitiva complessa e
multidimensionale e rappresenta la capacità
dell’individuo di rispondere agli stimoli ambientali. È un
insieme di processi la cui complessità varia e ci permette
di far funzionare correttamente tutte le altre abilità
cognitive. Secondo il modello gerarchico di Solhlberg e
Mateer possiamo dividere l’attenzione in diversi livelli :
• Attenzione focalizzata cioè la capacità di
concentrarci su alcuni stimoli;
• Attenzione sostenuta cioè la capacità di
rispondere ad uno stimolo o un’attività per lungo
tempo;
• Attenzione selettiva ovvero la capacità di
rispondere ad uno stimolo o un’attività specifica
in presenza di altri elementi di distrazione;
• Attenzione alternata ovvero la capacità di
cambiare il focus dell’attenzione tra due o più
stimoli;
• Attenzione divisa cioè la capacità di rispondere a
più di uno stimolo simultaneamente.
In generale l’attenzione si sposta molto velocemente da
un oggetto all’altro e si tratta di un’attività con un
funzionamento di tipo “on-off”, ovvero possiamo
scegliere di prestare attenzione a qualcosa oppure no. La
focalizzazione, invece, è l’attenzione portata su qualcosa.
Quando una persona basa tutta la sua attenzione su un
compito e cessa di essere distratto da stimoli esterni ed
interni, durante un certo periodo di tempo, è quello che
comunemente chiamiamo concentrazione.
E la concentrazione si basa su tre parametri :
• È un atto di volontà perché non avviene
automaticamente ;
• È anche una competenza e può essere insegnata;
• È una capacità che può essere migliorata con
esercizi pratici.
Lo sviluppo dell’attenzione è associato a numerosi fattori
quali maturità del cervello, sviluppo psicomotorio e
fattori ambientali.
Ci sono molti fattori che contribuiscono ad un deficit di
questa funzione:
• fattori ambientali
• Fattori naturali
Tra i primi troviamo sia componenti sociali che emotive
come ad esempio ambiente familiare disturbato ed
instabilità emotiva. Mentre tra le cause naturali ci sono
fattori neurologici (immaturità, impulsività), fattori
psicologici, fattori sensoriali (livello di stimolazione).
Il tempo di concentrazione di un individuo dipende da
numerosi elementi quali condizione fisica, stato mentale,
grado di difficoltà del compito, umore e motivazione.
Alcuni studi mostrano che il tempo medio di
concentrazione in base all’età di riferimento può essere
così rappresentato :

Questo calcolo è ovviamente una generalizzazione e non
rappresenta tutti i singoli casi. È una stima che può
aiutarci a comprendere il tempo durante il quale il
bambino può concentrarsi per regolare un’eventuale
programma di intervento.
Per concludere è importante specificare che i bambini
possono migliorare la loro capacità di concentrazione
facendo astrazione delle distrazioni esterne ed interne. I
consigli seguenti mirano proprio a rinforzare questa
abilità :
- Riducete il più possibile le distrazioni. Limitate
per quanto possibile le distrazioni ambientali
(visive, acustiche e sensoriali). - Mantenete il contatto visivo con il bambino em ettetevi al suo livello quando si impartiscono le istruzioni.
- Iniziate lentamente e, man mano che il tempo di concentrazione del bambino aumenta, procedete con l’incremento delle richieste.
- Scegliete attività che sapete che il bambino può fare e che può terminare con successo.
- Date una sola istruzione alla volta e accertatevi che la segua.
- Siate attenti ai segni di stanchezza, una delle principali cause. Non dedicate un tempo eccessivo ad un solo compito e fate regolarmente delle pause.
- Date sempre comandi brevi e semplici, può essere utile ad esempio dare un incoraggiamento visivo sul compito da effettuare.
- Lasciate il giusto tempo al bambino per riflettere sul compito in autonomia, non anticipatelo.
- Utilizzate cronometri per aumentare la tolleranza alle attività strutturate.
- Sistema della ricompensa, molto utile al fine di far terminare al bambino un compito.
